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Direttore Responsabile Davide Gotta

ISSN 2785-5295 La Provincia TO [online]

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“Strass & baratt” approda pure a Rivarossa

a cura di Luigi Benedetto

Un progetto che ha riscosso consensi un po’ in tutti i luoghi dove è stato proposto. A dimostrazione che l’idea è buona e sa centrare l’obiettivo, ad ogni nuovo avvio i consensi sono sempre numerosi, confermandone la bontà.

È nato qualche anno fa nelle Valli di Lanzo e come anticipato ha funzionato a lungo, fino a quando, purtroppo è rimasto senza “casa” (anche se alcune persone di buona volontà ne stanno cercando una).

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Di lì l’idea di “Strass & Baratt”, il mercatino solidale dove non si compra e non si vende ma semplicemente si porta ciò che non serve più e si prende ciò di cui si ha bisogno, al limite facendo uno scambio, si è diffuso in altre realtà.

A La Cassa, per esempio, ma anche a Rivarossa, paese nel quale ha trovato subito sponda nell’associazione Amalune, al Paradiso, per poi spostarsi nella parte bassa del paese, nei locali del Centro Sociale.

“L’inaugurazione ufficiale è avvenuta sabato scorso, grazie alla disponibilità dell’Amministrazione comunale che ci ha concesso questi spazi – spiegano le promotrici – Il nostro sarà un appuntamento fisso del sabato, aperto tra le 10 e le 13 e tra le 15 e le 17.30. Chi vuole può venire a dare un’occhiata, o a portare qualcosa che non usa più. Il tutto avviene in maniera assolutamente gratuita, senza alcuno scopo di lucro”.

Il fine è duplice: da un lato quello legato all’ambiente, dall’altro quello legato al sociale. “Chi ha qualcosa che non usa più, ma che è ancora in buono stato, dai vestiti ai giocattoli, passando per l’oggettistica e perché no, anche ai libri, può portarli qui – aggiungono – evitando di gettare via, tra i rifiuti, oggetti che possono ancora avere una vita con altri proprietari. E magari prendere qualcosa che può tornargli utile”.

Poi, via, sono momenti nei quali risparmiare male non fa di certo. Ma anche momenti in cui qualche famiglia può avere delle difficoltà, e il trovare gratis quello di cui si ha bisogno, e che magari non ci si può permettere di comprare, è una bella boccata d’ossigeno.

“In questi primi appuntamenti le cose sono andate bene – concludono le organizzatrici – Molta gente è venuta per portare, molta per prendere. Ci auguriamo che le cose procedano in questo modo anche per il futuro”.

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