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Direttore Responsabile Davide Gotta

ISSN 2785-5295 La Provincia TO [online]

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“Pietre d’inciampo” a Castellamonte per non dimenticare

dalla Redazione

Sono state inaugurate nella mattinata di lunedì 25 aprile, in piazza Repubblica a Castellamonte, le “Pietre d’Inciampo” in memoria dei cittadini castellamontesi deportati nei campi di concentramento tedeschi nella Seconda Guerra Mondiale.

Non per niente è stata scelta proprio questa data, giornata in cui si celebra, appunto il 25 aprile e la liberazione del nostro Paese dall’oppressione nazi-fascista. Le Pietre d’Inciampo sono un progetto dell’artista tedesco Gunter Demnig, ideate al fine di riscattare, a suo dire, le colpe del suo popolo nella tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Ciascuna pietra riporta il nome di una persona deportata nei campi di concentramento.

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Castellamonte è stato il primo comune altocanavesano a posarle. Ne sono state messe tre, nel luogo dove sorgeva in precedenza la palestra e dove in quegli anni così bui le persone venivano raggruppate in seguito ai rastrellamenti.

La cerimonia è stata aperta dal corteo formato dai componenti dell’Amministrazione, dai sindaci di altri comuni canavesani, da cuna rappresentanza di bimbi delle scuole, ma anche dai componenti delle associazioni e dai cittadini, preceduti dalla Filarmonica.

Un bel gesto per non dimenticare chi ha perso la vita in un modo così tragico, come ad esempio Luciano Rainelli, Elio Zucca e Pietro Bocca, che hanno lottato sino all’ultimo per un grande ideale.

“Il Comune di Castellamonte – ha commentato l’Assessore alla Cultura, Claudio Bethaz – ha accolto la proposta dell’Associazione La Memoria Viva che ringraziamo, e, con la collaborazione di Terra Mia, anch’essa meritevole di ringraziamenti per le ricerche storiche effettuate, ha voluto ricordare i castellamontesi che non sono più tornati a casa»”

“Ufficialmente sono 6 i cittadini castellamontesi deportati che non hanno fatto ritorno – ha spiegato Emilio Champagne, Presidente di Terra Mia – purtroppo abbiamo potuto mettere solo tre “Pietre d’Inciampo” perché per poterlo fare si deve seguire una prassi, una sorta di “regolamento” che richiede una determinata documentazione. Siamo riusciti a reperirla solo per tre castellamontesi, ma questo non significa voler dimenticare gli altri”.

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