Dopo il faticoso biennio pandemico, la sindaca Tea Enrico parla a cuore aperto di quel periodo, ripercorrendo la sua esperienza nell’Amministrazione comunale di Salerano: “Abbiamo dato disponibilità per ospitare i profughi ma al momento, non abbiamo ricevuto nessuna segnalazione di persone bisognose di una sistemazione”.
“Con il comune di Chiaverano abbiamo avviato una campagna di raccolta fondi, proponendo di facilitare e sostenere la catena della solidarietà che si è attivata in questi giorni anche agli altri comuni, per rendere più efficaci gli aiuti alla popolazione ucraina. Ringrazio le saleranesi e i saleranesi che hanno dimostrando grande generosità: abbiamo raccolto tanti scatolini soprattutto, medicinali per i bambini, su consiglio di un pediatra”.
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La carriera dell’attuale prima cittadina eporediese è ormai pluri ventennale: “Sono approdata in Amministrazione a Salerano nel 1999. Allora il sindaco era Elio Ottino, borgomastro dal 1976 al 2009, noto per aver vinto nel 2004 la battaglia contro il terzo mandato, introdotto allora dalla legge. Io mi ero appena trasferita nel comune”.
“Invece prima lavoravo come impiegata nel Comune di Ivrea. Volevo essere utile al mio territorio, a prescindere dal ruolo istituzionale scelto. Alle prime elezioni disponibili mi sono candidata e sono stata eletta consigliera fino al 2004”.
Tea Enrico racconta così le sue esperienze in Municipio: “Successivamente, con mia sorpresa, il sindaco Ottino mi assegnò il ruolo di assessore, fino al 2009. Finito il terzo mandato di Ottino, Domenico Mancuso, assunse la carica di sindaco. All’epoca dovevo conciliare i tempi casa-lavoro, crescere i miei figli piccoli, ma decisi, comunque, di rivestire la carica di vicesindaco fino al 2014”.
“Alle elezioni successive fu eletto sindaco Ottino, per un altro quinquennio. Io lo affiancai, sempre in qualità di vicesindaco, fino al 2018, anno in cui avrei dovuto continuare a essere vice. Ottino si dimise poco prima delle elezioni”.
A quel punto è toccata a lei concorrere per la poltrona più importante: “Eravamo 3 liste in lizza, una del paese, la mia, “Si Salerano Insieme” e due esterne, una della Lega Nord, con il più giovane candidato sindaco di sempre, Maurizio Bordone (classe 1996). Nonostante tutto, il 10 giugno 2018 ho vinto con l’89%, portandomi dietro Mancuso come vicesindaco”.
Nel 2020 Tea Enrico, come tutti i sindaci del territorio, ho dovuto affrontare la pandemia. Nel comune di Salerano il Covid ha mietuto le prime vittime del Canavese: “E’ stato un periodo veramente pesante, devo dire che abbiamo messo in piedi, grazie ai dipendenti comunali, una buona rete di mutuo soccorso, chiamando di persona le famiglie dei malati, per dare loro supporto”.
“Siamo riusciti a cavarcela bene, ma avrei voluto più sostegno da parte dei sanitari, dato che da noi era presente un hospice per i malati di Covid-19, nel centro diurno di accoglienza malati di Alzheimer. Venivano inviati dopo le cure, dall’Ospedale prima di essere dimessi”.
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