Onorare il ricordo delle vittime del Covid 19 e tributare riconoscenza alla comunità medico-scientifica. E’ con questa doppia finalità che lo scorso 19 marzo in quel di Chivasso è stata inaugurata la trasposizione su pietra del dipinto di fine Ottocento, “La Vaccinazione nelle campagne” di Demetrio Cosola.
L’opera, che è formata da 8 pannelli in basaltina, è stata posizionata all’ingresso di Palazzo Einaudi, struttura che è stata sede della campagna vaccinale ad inizio pandemia ed in questa fase dopo l’utilizzo del Palalancia. A volere fortemente tale simbolo è stato il Comune di Chivasso, che l’ha commissionata all’associazione “Animum Ludendo Coles – L’isola che c’è”.
[arm_restrict_content plan=”3,6,” type=”show”]
Alla cerimonia, che è andata in scena tra l’altro in occasione proprio della Giornata Nazionale in memoria delle vittime del Covid 19, erano presenti pure i medici di famiglia, il personale medico e paramedico dell’ospedale di Chivasso, associazioni e volontari, ovvero coloro che nel periodo della pandemia hanno fatto un lavoro straordinario per il bene di tutti.
“Il Covid 19 ha cancellato dal Paese parte di generazioni importanti della nostra storia e Chivasso ha pagato, e paga, un prezzo altissimo – le parole del sindaco Claudio Castello – Quante esistenze sono state strappate al nostro affetto da un virus spietato che non ha guardato in faccia i nostri congiunti, i nostri amici, i nostri concittadini”.
Il primo cittadino chivassese ha poi aggiunto: “A loro oggi dedichiamo questa opera e a chi si è preso cura di tutti noi, e lo fa ancora, in queste ore, sacrificando salute e affetti, rivolgiamo la nostra riconoscenza”.
“Gli angeli in camice – ha proseguito – sono stati talvolta bersaglio spropositato di teorie dietrologiche assurde, e non per questo si sono trasformati in novelle Parche per decidere a chi donare più ossigeno e a chi staccarlo. Siamo tutti uguali in una corsia di ospedale o su un letto in terapia intensiva”.
Sono stati due anni difficili, che entreranno di diritto nella storia dell’umanità tutta: “La Storia, si dice spesso contro il revisionismo, è scritta dai vincitori. Per il Coronavirus – ha concluso Castello – sarà scritta pure dai sopravvissuti, che non possono che attestare l’opera meritoria del personale medico e paramedico impegnato in prima linea contro il Covid 19”.
[/arm_restrict_content]