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Direttore Responsabile Davide Gotta

ISSN 2785-5295 La Provincia TO [online]

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Studenti calusiesi contro la violenza sulle donne

a cura della Redazione

Il cambiamento, in senso positivo, e le battaglie (pacifiche ma decise) contro le ingiustizie del mondo partono sempre più dai giovani. Quei ragazzi e quelle ragazze che saranno gli adulti del domani e che hanno ora la possibilità di dare quella giusta svolta ad una realtà, quella del nostro quotidiano, che necessità di una sferzata decisa.

Segnali importanti arrivano anche attraverso il fronte scuola, con l’Istituto Martinetti nuovamente protagonista recentemente di una bella iniziativa. La realtà calusiese ha aderito alla proposta di collaborazione proposta dalla Pro Loco di Caluso e dall’Amministrazione Comunale, a fine di realizzare tre “panchine rosse”, simbolo contro la violenza sulle donne.

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Gli studenti appartenenti alla classe 3C del Liceo Artistico, sotto la guida del professor Matteo Germano, hanno primo sviluppato la tematica a livello grafico-pittorico, creando disegni e bozzetti, quindi li hanno realizzati sulle panchine, utilizzando diverse tecniche e materiali plastico-pittorici.

Le panchine sono state inaugurate in una giornata simbolica, l’8 marzo, in piazza Ubertini a Caluso (le altre due panchine sono state posizionate nel viale lungo l’area mercatale antistante l’istituto e in frazione Rodallo).

L’inaugurazione è avvenuta alla presenza della direttrice scolastica Katia Milano, della presidente della Pro loco cittadina, Caterina Pistono, dell’Amministrazione Comunale, nonché di Don Loris che ha anche impartito la benedizione.

“L’obiettivo prioritario del progetto – dicono dal Martinetti – è stato coniugare la dimensione disciplinare e cognitiva delle attività didattiche con quella relazionale e trasversale che ne costituisce il necessario sfondo e nutrimento”.

“L’attività ha inoltre consentito di valorizzare in modo inclusivo le attitudini di ciascuno studente, e di recuperare nel contempo quanto è stato sacrificato, in termini di relazione, interazione, contatto, nel periodo pandemico”.

Si chiude così un progetto inizialmente pensato ad inizio 2020 con la dottoressa Bretti (prematuramente mancata, che è stata ricordata con un pensiero speciale), però sospeso per colpa della pandemia.

Inoltre, in occasione dell’inaugurazione sono state anche ricordate le donne ucraine profughe, con il sindaco Maria Rosa Cena e la professoressa Milano che hanno colto l’occasione per ribadire l’importanza dell’apertura, della solidarietà e dell’accoglienza.

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