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Direttore Responsabile Davide Gotta

ISSN 2785-5295 La Provincia TO [online]

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Da Levone in Polonia, “Felici di aver aiutato chi ha bisogno”

a cura di Daiana Girot

Insieme ad una carovana di altri 12 mezzi, anche il pulmino del Comune di Levone, con il carico degli aiuti raccolti in soli due giorni (farmaci, articoli sanitari, alimenti per bambini e adulti, qualche giochino per i più piccini, sino a stipare tutto il vano di carico) ha intrapreso un lungo viaggio per portare un po’ di conforto alla popolazione ucraina sconvolta dall’orrore della guerra,

A trasportare gli aiuti, per quasi 2000 chilometri fino al confine tra Polonia e Ucraina, sono stati i consiglieri comunali Maurizio Giacoletto, Emilia Contenti ed Eloise Romagnolo che hanno portato il prezioso contributo a tanta gente che sta affrontando disagi e difficoltà incredibili.

“Abbiamo viaggiato con un furgone stracarico di cibo per bambini. Biberon, ciucci, pannolini, latte in polvere, coperte, peluches, giochi, materiali per l’igiene personale, medicinali di prima necessità ed altro ancora – racconta Maurizio Giacoletto – Tutto è stato donato in un solo weekend dai levonesi, amici e conoscenti degli stessi, che si sono subito mobilitati, dimostrando di non aver mai dimenticato quei bambini di Chernobyl, oggi adulti, ospitati negli anni novanta”.

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E’ stato un viaggio intenso e lungo: “Giunti a destinazione, abbiamo scaricato il nostro furgone al centro commerciale Tesco, vicino alla stazione di Prezmysl, cittadina confinante con l’Ucraina, dove ormai da due settimane arrivavano più di cinquantamila ucraini al giorno, per lo più donne e bambini in fuga dalle bombe e dalla paura”.

“Questo grande centro commerciale è stato rapidamente convertito in zona per gli aiuti umanitari e lì vengono stoccati e distribuiti i materiali in arrivo da tutta Europa. I profughi attendono ore infinite prima di varcare il confine ed entrare finalmente in Polonia, con temperature molto rigide e sovente sotto la neve. Successivamente vengono smistati in base alla loro destinazione”.

E’ commosso l’ex sindaco del piccolo comune altocanavesano mentre racconta l’avventura vissuta. Dalle sue parole, rotte dall’emozione, trapela la certezza che gli occhi di quei bimbi, spaesati, che ha incontrato nel suo viaggio non potranno mai essere dimenticati.

“Per raggiungere l’Italia talvolta devono aspettare giorni, perché gli autobus messi a disposizione dalla Protezione Civile non sono sufficienti a soddisfare tutte le richieste. Per questo si è sviluppato un servizio di trasporto parallelo, basato sul volontariato”.

Giacoletto prosegue nel suo resoconto: “Tutti i furgoni che arrivano a Prezmysl carichi di aiuti umanitari, tornano in Italia con donne e bambini che hanno famiglie pronte ad ospitarli o addirittura parenti ucraini che da anni lavorano in Italia”.

“Lo stesso abbiamo fatto noi e nel nostro viaggio di ritorno abbiamo accompagnato alcune donne, e anche un gatto, che in Piemonte si sono ricongiunte con i loro cari. Al centro di accoglienza di Przemysl abbiamo distribuito personalmente parte di quanto raccolto. In un attimo siamo stati circondati da una nuvola di bambini, incuriositi dalle barrette di cioccolato, dai biscotti, dalle formine e dai pennarelli da colorare”.

Non è stato sicuramente un trasferimento facile per i tre consiglieri levonesi, ma nonostante la fatica e le difficoltà, certamente questo motivo di orgoglio. “Il viaggio è stato molto faticoso, specialmente dal punto di vista emotivo. Ma siamo orgogliosi di averlo portato a termine con grande successo”.

Un plauso va ai propri concittadini: “Il merito è senza dubbio dei levonesi che hanno donato tanto in così poco tempo e nonostante le numerose iniziative di raccolta già lanciate anche da altre realtà. Un ringraziamento particolare va a tutte le associazioni di Levone che hanno contribuito economicamente sostenendo per intero i costi del viaggio ed al comune che ci ha messo a disposizione il furgone”.

Ancora un pensiero a chi grazie a questa disponibilità, oggi è tornato a sorridere: “Portiamo il grazie delle donne e dei bambini che ci hanno abbracciato e sorriso in terra di confine e di chi è arrivato con noi in Italia, felice di poter assaporare finalmente un po’ di serenità con la propria famiglia”.

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